Cass. civ., 22 dicembre 2015 n. 25764
Il soggetto che possiede un bene per un certo numero di anni per cui può diventarne legittimo proprietario grazie all'usucapione, non può vedersi interrotto il termine nel caso dovesse inviare una lettera con l’intenzione di voler in futuro diventare proprietario del bene dal presunto titolare.
Cass. civ., 22 dicembre 2015 n. 25732
Nel contratto di leasing quando il fornitore non provvede a consegnare il bene all’utilizzatore e questi continui a versare i canoni alla concedente, la società deve provvedere a restituire la somma incamerata e non ha diritto ad alcun indennizzo.
Cass. civ., 10 dicembre 2015 n. 24976
Nel contratto di compravendita quando tra l'acquirente e il venditore ci sia un intermediario che riceve il denaro, da corrispondere al venditore a fronte di un inadempimento da parte dell'acquirente, l'onere probatorio e cioè dimostrare che la somma versata all'intermediario sia stata consegnata effettivamente al venditore ricade su chi acquista.
Cass. civ., 3 dicembre 2015 n. 24620
In caso di contestazione del buon funzionamento del sistema di rilevazione del traffico telefonico per telefonia fissa, mediante i contatori centrali delle società telefoniche, costituisce onere della società esercente il servizio di telefonia offrire la prova dell’affidabilità dei valori registrati da contatori funzionanti. In ogni caso, l’utente è ammesso a provare che non gli sono addebitabili gli scatti risultanti dalla corretta lettura del contatore funzionante, ma dovrà allegare circostanze che univocamente autorizzino a presumere che sia avvenuta un’utilizzazione esterna della linea nel periodo al quale gli addebiti si riferiscono. Non è sufficiente a tale scopo dimostrare che il traffico telefonico appaia di entità straordinaria rispetto ai livelli normali, né che sia diretto verso destinazioni inusuali, ma è necessario anche che possa escludersi che soggetti diversi dal titolare dell’utenza ma in grado di accedere a essa ne abbiano fatto uso per ragioni ricollegabili a un difetto di vigilanza da parte dell’intestatario, ovvero alla mancata adozione di possibili cautele da parte del medesimo.
Cass. civ., 3 dicembre 2015 n. 24214
Il Fondo Vittime della Strada è tenuto a risarcire il danno alle cose solo se dal fatto siano derivati anche danni alla persona consistiti in invalidità superiore al 9%.
Cass. civ., 30 novembre 2015 n. 24400
In tema di inadempimento del contratto di appalto, le disposizioni speciali di cui agli articoli 1667, 1668 e 1669 del Cc, integrano, senza escluderne l’applicazione, i principi generali in materia di inadempimento delle obbligazioni, con la conseguenza che, nel caso in cui l’opera sia stata realizzata in violazione delle prescrizioni pattuite o delle regole tecniche, il committente, convenuto per pagamento del prezzo, può, al fine di paralizzare la pretesa avversaria, opporre le difformità e i vizi dell’opera, in virtù del principio inadimplenti non est adimplendum, richiamato dal secondo periodo dell’ultimo comma dell’articolo 1667 del Cc, anche quando non abbia proposto, in via riconvenzionale, la domanda di garanzia o la stessa sia prescritta.
Cass. civ., 29 novembre 2015 n. 24337
In caso di inadempimento di un preliminare di vendita immobiliare, la scelta tra l'azione di risoluzione del contratto, con richiesta di risarcimento del danno, e il recesso, con ritenzione della caparra confirmatoria, non ammette ripensamenti di convenienza.
Cass. civ., 19 novembre 2015 n. 23683
Nel preliminare di vendita immobiliare, l’inadempienza del promittente all’obbligo di provvedere alla cancellazione di pregresse ipoteche, ovvero la sopravvenienza di iscrizioni o trascrizioni implicanti pericolo di evizione non osta a che il promissario possa decidere l’esecuzione in forma specifica a norma dell’articolo 2932 del Cc, e comporta che il promissario medesimo, ove si avvalga di tale facoltà, è dispensato dall’onere del pagamento o della formale offerta del prezzo, potendo chiedere che il giudice, con la pronuncia che tenga luogo del contratto non concluso, fissi condizioni e modalità di versamento idonee ad assicurare l’acquisto del bene libero da vincoli e a garantirlo dall’eventuale evizione.
Cass. civ., 19 novembre 2015 n. 23666
Il legatario può proporre l'azione revocatoria (ex articolo 2901 c.c.) per la vendita di un appartamento contenuto nell'asse ereditario anche se il suo credito è contestato in giudizio. Non solo, esso si considera sorto al momento dell'apertura del testamento e non in quello successivo in cui il tribunale ne accerta definitivamente l'esistenza. E nell'ipotesi che la vendita sia avvenuta dopo la lettura delle ultime volontà ma prima della sentenza definitiva che accerta la consistenza del legato, per la revoca dell'atto dispositivo è sufficiente la «consapevolezza» del debitore alienante e del terzo acquirente di arrecare pregiudizio alle ragioni del creditore.
Cass. civ., 12 novembre 2015 n. 23132
In tema di interpretazione dei contratti, il criterio del riferimento al senso letterale delle parole adoperate dai contraenti si pone - pur nella ricerca della comune intenzione delle stesse - come strumento di interpretazione fondamentale e prioritario, con la conseguenza che, ove le espressioni adoperate nel contratto siano di chiara e non equivoca significazione, la ricerca della comune volontà resta esclusa, restando superata la necessità del ricorso agli ulteriori criteri contenuti negli articoli 1362 e seguenti del Cc, i quali svolgono una funzione sussidiaria e complementare.
Cass. civ., 12 novembre 2015 n. 23128
La quietanza di pagamento del prezzo di un immobile rilasciata dal marito non vale come prova anche nei confronti della moglie.
Cass. civ., 12 novembre 2015 n. 23125
Non può trovare ingresso in sede di legittimità la critica della ricostruzione della volontà negoziale operata dal giudice di merito che si traduca esclusivamente nella prospettazione di una diversa valutazione degli stessi elementi di fatto già dallo stesso esaminati. Per sottrarsi al sindacato di legittimità - in particolare - l’interpretazione data dal giudice del merito a un contratto non deve essere l’unica interpretazione possibile o la migliore in astratto, ma una delle possibili e plausibili interpretazioni. Deriva da quanto precede, pertanto, che quando di una clausola contrattuale sono possibili due o più interpretazioni, non è consentito alla parte che aveva proposto l’interpretazione poi disattesa dal giudice di merito, dolersi in sede di legittimità del fatto che sia stato privilegiata l’altra. Cass. civ., 10 novembre 2015 n. 22879 In tema di appalto, l’articolo 1665 del Cc, pur non enunciando la nozione di accettazione tacita dell’opera, indica i fatti e i comportamenti dai quali deve presumersi la sussistenza dell’accettazione da parte del committente e, in particolare, al quarto comma prevede come presupposto dell’accettazione (da qualificare come tacita) la consegna dell’opera al committente (alla quale è parificabile l’immissione nel possesso) e come fatto concludente la ricezione senza riserve da parte di quest’ultimo anche se non si sia proceduto alla verifica. Bisogna, però, distinguere tra atto di consegna e atto di accettazione dell’opera: la consegna costituisce un atto puramente materiale che si compie mediante la messa a disposizione del bene a favore del committente, mentre l’accettazione esige, al contrario, che il committente esprima (anche per facta concludentia) il gradimento dell’opera stessa, con conseguente manifestazione negoziale la quale comporta effetti ben determinati, quali l’esonero dell’appaltatore da ogni responsabilità per i vizi e le difformità dell’opera e il conseguente suo diritto al pagamento del prezzo.
Cass. civ., 12 novembre 2015 n. 23124
L’operato dell’amministratore del condominio che, esorbitando dalle sue attribuzioni, abbia agito in giudizio senza essere autorizzato, può essere ratificato dalla assemblea, titolare del relativo potere. La ratifica vale a sanare con effetti ex tunc l’attività compiuta, escludendo la nullità o inammissibilità della proposta azione.
Cass. civ., 10 novembre 2015 n. 22907
Il legittimario pretermesso dall'eredità, che impugna, a tutela del proprio diritto alla reintegrazione della quota di legittima, la compravendita immobiliare compiuta dal de cuius in quanto dissimulante una donazione, agisce in qualità di terzo, sicché nei suoi confronti non può attribuirsi valore vincolante alla dichiarazione relativa al versamento del prezzo, pur contenuta nel rogito notarile, potendo invece trarsi elementi di valutazione circa il carattere fittizio del contratto dalla circostanza che il compratore, su cui grava l'onere di provare il pagamento del prezzo, non abbia fornito la relativa dimostrazione.
Cass. civ., 10 novembre 2015 n. 22886
Devono essere stabiliti i criteri per definire il riparto di responsabilità tra gli enti territoriali nella complessa e delicata materia del risarcimento dei danni derivanti dall'attraversamento stradale di animali selvatici: bisogna identificare, anche sulla base della normativa regionale, quale sia l'amministrazione cui in concreto sono stati affidati i poteri di gestione della fauna e del territorio, invece di ricercare un «astratto riparto di compiti.
Cass. civ., 5 novembre 2015 n. 22663
Nell'ambito di una successione ereditaria, la volontà di uno dei coeredi di non chiudere una attività imprenditoriale, è un motivo idoneo a superare la regola dell'assegnazione del bene indivisibile al maggior quotista.
Cass. civ., 20 ottobre 2015 n. 21177
Quando il medico esegue correttamente l'iniezione per la vaccinazione obbligatoria, in caso si manifestino effetti imprevisti, la Asl non è tenuta a risarcirli: il vaccino è «una pratica routinaria» che non necessita «accertamenti preventivi.
Cass. civ., 15 ottobre 2015 n. 20823
La mancanza del «certificato di abitabilità» non esclude il diritto del proprietario ad essere indennizzato per l'occupazione senza titolo dell'immobile da parte di terzi.
Cass. civ., 12 ottobre 2015 n. 20401
Nell'ambito di un contratto per adesione, le clausole di «proroga tacita» (o di rinnovazione del contratto), se predisposte dalla parte più forte, sono prive di efficacia qualora non approvate «specificamente per iscritto», dal contraente debole, e ciò anche qualora abbiano il carattere della «reciprocità e bilateralità».
Cass. civ., 26 settembre 2015 n. 19126
Il conduttore non deve risarcire il proprietario del negozio se l'incendio che l'ha distrutto è il frutto di un'azione dolosa condotta da terzi.
Cass. civ., 21 settembre 2015 n. 18494
La perduta disponibilità di un immobile non costituisce un danno in re ipsa, nel senso che, provata l’occupazione abusiva, non può dirsi per ciò solo provato il danno. Quest’ultimo, tuttavia, può essere dimostrato col ricorso a presunzioni semplici, e può consistere anche nell’utilità teorica che il danneggiato poteva ritrarre dall’uso diretto del bene, durante il tempo per il quale è stato occupato da altri.
Cass. civ., 21 settembre 2015 n. 18463
Una volta proposta in primo grado una domanda ai sensi dell’articolo 2043 del Cc, fondata, ad esempio, sulle figure dell’insidia e del trabocchetto, ancorché impropriamente richiamate, non è consentito alla parte in grado di appello fondare la medesima domanda sulla violazione dell’obbligo di custodia, perché ciò verrebbe inevitabilmente a stravolgere il processo, mettendo il danneggiante nella situazione di doversi attivare quando una serie di preclusioni processuali si sono già maturate.
Cass. civ., 18 settembre 2015 n. 18438
Le clausole di proroga tacita o di rinnovazione del contratto, se predisposte dal contraente più forte nell’ambito di un contratto per adesione, rientrano tra quelle sancite a carico del contraente aderente e sono, pertanto, prive di efficacia, a norma dell’articolo 1341, secondo comma, del Cc, qualora non siano specificamente approvate per iscritto dal contraente aderente, anche quando hanno carattere di reciprocità e bilateralità.
Cass. civ., 17 settembre 2015 n. 18284
In tema di distanze degli alberi dal confine, ai sensi dell’articolo 892 del Cc, è legittima e non affetta da ultrapetizione la sentenza del giudice di merito che, nel giudizio instaurato con domanda di sradicamento degli alberi posti a dimora dal confinante proprietario a distanza inferiore a quella legale, ordini al convenuto medesimo di mantenere le piante ad altezza non eccedente la sommità del muro di cinta, ai sensi dell’ultimo comma dell’articolo 892 del codice civile.
Cass. civ., 8 settembre 2015 n. 17790
Gli eredi non hanno diritto di accedere alla polizza vita stipulata dal de cuius a favore di terzi estranei.
Cass. civ., 3 settembre 2015 n. 17579
L'impegno contenuto nelle “condizioni generali” di un contratto di noleggio a mantenere per cinque anni le apparecchiature da gioco all'interno del proprio bar non integra una clausola vessatoria e va dunque rispettato.
Cass. civ., 31 agosto 2015 n. 17321
Il condomino può usucapire l’altrui quota indivisa del bene comune senza necessità della interversione del possesso medesimo in termini di esclusività. Il mutamento del titolo, ai sensi dell’articolo 1102, comma 2, del Cc deve concretarsi in atti integranti un comportamento durevole, tale da manifestare un possesso esclusivo con animo domini, incompatibile con il permanere del compossesso altrui sulla stessa cosa. A fondamento dell’usucapione, pertanto, devono porsi degli atti, univocamente rivolti contro i compossessori, tali da rendere riconoscibile a costoro l’intenzione di non possedere più come semplice compossessore, ma come possessore esclusivo.
Cass. civ., 27 agosto 2015 n. 17210
Il danno non patrimoniale da lesione della salute costituisce una categoria ampia e omnicomprensiva, nella cui liquidazione il giudice deve tener conto di tutti i pregiudizi concretamente patiti dalla vittima, ma senza duplicare il risarcimento attraverso l’attribuzione di nomi diversi a pregiudizi identici. Ne consegue che è inammissibile, perché costituisce una duplicazione risarcitoria, la congiunta attribuzione alla vittima di lesioni personali, ove derivanti da reato, del risarcimento sia per il danno biologico, sia per il danno morale, inteso quale sofferenza soggettiva, il quale costituisce necessariamente una componente del primo (posto che qualsiasi lesione della salute implica necessariamente una sofferenza fisica o psichica), come pure la liquidazione del danno biologico separatamente da quello cosiddetto estetico, da quello alla vita di relazione e da quello cosiddetto esistenziale.
Cass. civ., 27 agosto 2015 n. 17194
Il contratto di mutuo non perde né la sua natura reale né il carattere di titolo esecutivo se la somma concessa ma non contestualmente trasferita viene erogata in un momento di «poco successivo» ed è regolarmente quietanzata.
Cass. civ., 25 agosto 2015 n. 17130
È derogabile la competenza per territorio nella cause tra condomini o tra condomini e condominio. La regola stabilita dall'articolo 23 del codice di procedura civile secondo cui essa spetta al tribunale dove si trovano i beni comuni o la maggior parte di essi, può infatti essere superata in presenza di un diverso accordo delle parti.
Cass. civ., 24 agosto 2015 n. 17075
Se la servitù - in questo caso l'uso del posto auto a rotazione all'interno di un cortile condominiale - è costituita a favore di un lotto di appartamenti, il frazionamento e la successiva alienazione di alcuni di essi non comporta la perdita del diritto al ‘parcheggio' a favore dei nuovi acquirenti. E ciò anche se i posti sono inferiori alle abitazioni, in questo caso uno in meno.
Cass. civ., 20 agosto 2015 n. 17016
La responsabilità dell’avvocato non può affermarsi per il solo fatto del suo non corretto adempimento dell’attività professionale, occorrendo verificare se l’evento produttivo del pregiudizio lamentato dal cliente sia riconducibile alla condotta del primo, se un danno vi sia stato effettivamente e, infine, se, ove questi avesse tenuto il comportamento dovuto, il suo assistito, alla stregua di criteri probabilistici, avrebbe conseguito il riconoscimento delle proprie ragioni, difettando, altrimenti, la prova del necessario nesso eziologico tra la condotta del legale, commissiva od omissiva.
Cass. civ., 20 agosto 2015 n. 16993
In tema di danno alla persona conseguente a responsabilità medica, l’omissione della diagnosi di un processo morboso terminale, in relazione al quale si manifesti la possibilità di effettuare solo un intervento cosiddetto palliativo, determinando un ritardo della relativa esecuzione cagiona al paziente un danno già in ragione della circostanza che nelle more egli non ha potuto fruirne, dovendo conseguentemente sopportare tutte le conseguenze di quel processo morboso, ed in particolare il dolore che la tempestiva esecuzione dell’intervento palliativo avrebbe potuto alleviargli, sia pure senza la risoluzione del processo morboso.
Cass. civ., 20 agosto 2015 n. 16990
L’obbligo di effettuare le visura ipocatastali incombe al notaio incaricato della stipula di un contratto di trasferimento immobiliare anche in caso di utilizzazione della forma della scrittura privata autenticata. Né, al fine di escluderne la responsabilità, ha rilievo la circostanza che l’utilizzazione della forma della scrittura privata risponda a scelta della parte, la quale si sia rivolta al notaio per l’autenticazione delle firme di una scrittura privata di compravendita in precedenza da terzi o da essa stessa redatta.
Cass. civ., 13 agosto 2015 n. 16836
L’articolo 83 del Dpr n. 449 del 1959 - applicabile nella specie ratione temporis - secondo il quale, in caso di liquidazione coatta amministrativa di compagnia assicuratrice, i contratti di assicurazione in corso continuano a coprire i rischi fino a sessanta giorni dopo la pubblicazione del decreto di liquidazione nella “Gazzetta Ufficiale”, non si applica alla polizza fideiussoria, differenziandosi quest’ultima dai primi sia sotto il profilo funzionale, in quanto diretta non tanto alla copertura di un rischio ma specialmente a garantire al beneficiario l’adempimento degli obblighi assunti dal contraente, sia come disciplina, attesa l’irrilevanza delle modifiche del rischio assunto e la esperibilità dell'azione di regresso. Nell’ipotesi in cui la durata di una fideiussione sia correlata non alla scadenza della obbligazione principale ma al suo integrale adempimento, l’azione del creditore nei confronti del fideiussore non è soggetta al termine di decadenza previsto dall'articolo 1957 del codice civile.
Cass. civ., 13 agosto 2015 n. 16803
Il danno da fermo tecnico, patito dal proprietario di un autoveicolo a causa della impossibilità di utilizzarlo durante il tempo necessario alla sua riparazione, può essere liquidato anche in assenza d’una prova specifica, rilevando a tal fine la sola circostanza che il danneggiato sia stato privato del veicolo per un certo tempo, anche a prescindere dall’uso effettivo a cui esso era destinato. L’autoveicolo, infatti, anche durante la sosta forzata è una fonte di spesa per il proprietario (tenuto a sostenere gli oneri per la tassa di circolazione e il premio di assicurazione), ed è altresì soggetto a un naturale deprezzamento di valore.
Cass. civ., 13 agosto 2015 n. 16798
Con riferimento a una obbligazione di pagamento del canone di locazione, che matura dopo la conclusione del contratto e la concessa fideiussione con cadenza mensile, una volta che si determina la morosità - morosità alla quale il locatore può reagire chiedendo la risoluzione del contratto - è giustificata l’applicazione dell’articolo 1956 del Cc. Il che vuol dire imporre al locatore di riferire al garante della morosità del conduttore, in modo di farsi autorizzare ad attendere il pagamento e così sostanzialmente a fare credito al conduttore con la garanzia del fideiussore. Tuttavia, la conseguenza è che in caso di rifiuto il locatore deve agire per la risoluzione e il rilascio, così limitando la esposizione del fideiussore fino al momento in cui il locatore non riesca a locare l’immobile ad altri.
Cass. civ., 13 agosto 2015 n. 16795
I canoni legali di ermeneutica contrattuale sono governati da un principio di gerarchia - desumibile dal sistema delle stesse regole - in forza del quale i canoni strettamente interpretativi prevalgono su quelli interpretativi-integrativi e ne escludono la concreta operatività, quando l’applicazione degli stessi canoni strettamente interpretativi risulti, da sola, sufficiente per rendere palese la comune intensione delle parti stipulanti. Nell’ambito dei canoni strettamente interpretativi, poi, risulta prioritario il canone fondato sul significato letterale delle parole. Quando quest’ultimo canone risulti sufficiente, quindi, l’operazione ermeneutica è utilmente e definitivamente conclusa. Ciò perché l’articolo 1362, comma 2, del Cc, che invita a identificare il significato dell’atto in base al comportamento complessivo delle parti, va applicato in via sussidiaria, ove la interpretazione letterale e logica sia insufficiente.
Cass. civ., 13 agosto 2015 n. 16783
L’articolo 780 del Cc - in forza del quale il depositario, per ottenere la liberazione dalla propria obbligazione, è tenuto a fornire la prova che l’inadempimento è dipeso da causa a lui non imputabile, non essendo sufficiente la prova di avere usato la diligenza del buon padre di famiglia - trova applicazione anche quando l’obbligazione della custodia e della riconsegna formi parte di un contratto misto nel quale confluiscano le cause del deposito e di altro contratto, come nel caso del contratto concluso dall’autoriparatore, in cui l’obbligo di custodia e di restituzione assume funzione accessoria, in quanto finalizzata all’adempimento dell’obbligazione principale. Deriva da quanto precede, pertanto, che l’autoriparatore-depositario non è esente da responsabilità ove si limiti a dimostrare di aver usato nella custodia la diligenza del buon padre di famiglia prescritta dall’articolo 1768 del Cc, ma deve provare, ai sensi dell’articolo 1218 del Cc, che l’inadempimento sia derivato da causa a lui non imputabile e il relativo accertamento costituisce un apprezzamento di fatto, come tale sottratto al sindacato del giudice di legittimità se sia congruamente motivato.
Cass. civ., 1 agosto 2015 n. 16162
La sussistenza del potere rappresentativo in capo a chi ha speso il nome altrui è elemento costitutivo della pretesa che il terzo contraente intenda far valere in giudizio, sulla base del negozio. Non costituisce, quindi, eccezione in senso stretto la deduzione della inefficacia del contratto concluso dal falsus procurator. Deriva da quanto precede, pertanto, che ove il difetto di rappresentanza risulti dagli atti, il giudice deve tenerne conto anche in mancanza di specifica richiesta della parte interessata.
Corte di Cassazione, 9 dicembre 2014 n. 25953
In una compravendita immobiliare il contratto è concluso anche con la semplice comunicazione dell'agenzia all'acquirente dell'avvenuta accettazione della proposta irrevocabile.
Corte di Cassazione, 4 dicembre 2014 n. 25634
La legittimazione passiva dell'amministratore di condominio ha «portata generale» e dunque sussiste anche per le cause relative alla «proprietà esclusiva» di parti dell'edificio che si suppongono comuni (la casa del portiere) senza che sia necessario chiamare in giudizio tutti condomini.
Corte di Cassazione, 27 novembre 2014 n. 25214
Quando l'evento dannoso sia riconducibile a cosa dinamica, proprio per il possibile rilievo quale agente dannoso del cattivo funzionamento, maggiore è la pericolosità intrinseca della cosa e minore può essere l'efficienza causale del comportamento imprudente del danneggiato ai fini del fortuito. Incidenza che, al contrario, aumenta nei confronti di cosa inerte meno intrinsecamente pericolosa e, solo in questi ultimi casi, si richiede che per la prova del nesso causale occorre dimostrare che lo stato dei luoghi presenti peculiarità tali da renderne potenzialmente dannosa la normale utilizzazione.
Corte di Cassazione, 27 novembre 2014 n. 25202
Vi è responsabilità professionale per colpa grave e non per dolo - quindi con la possibilità ad essere manlevato dall'assicurazione - per il notaio rogante che non informi gli acquirenti di un immobile del concreto rischio che le ipoteche iscritte non vengano cancellate.
Corte di Cassazione, 26 novembre 2014 n. 25145
Ai fini della individuazione delle corrette maggioranze assembleari, la «notevole entità» delle riparazioni straordinarie in condominio è rimessa alla valutazione discrezionale del giudice di merito, non essendoci un criterio normativo di riferimento.
Corte di Cassazione, 25 novembre 2014 n. 25012
Nella definizione del proprio compenso, il legale, in accordo con il cliente, può decidere di ancorare percentualmente la parcella al valore dell'affare, ma nel farlo deve rispettare un criterio di «proporzionalità» rispetto all'attività svolta.
Corte di Cassazione, 21 novembre 2014 n. 24860
Il compenso del legale per i pareri legali pro-veritate, se frutto di contrattazione con il cliente, non può successivamente essere messo in discussione sulla scorta del mancato rispetto dei minimi tariffari.
Corte di Cassazione, 18 novembre 2014 n. 24473
Nelle lesioni molto gravi, ove si tratti di dover risarcire anche i c.d. «aspetti relazionali» propri del «danno non patrimoniale», il giudice è tenuto a verificare se i parametri delle tabelle in concreto applicate tengano conto - come accade per quelle di Milano - pure del c.d. «danno esistenziale», ossia dell'alterazione/cambiamento della personalità del soggetto che si estrinsechi in uno sconvolgimento dell'esistenza.
Corte di Cassazione, 18 novembre 2014 n. 24471
Il danno patrimoniale da perdita di lavoro domestico deve essere riconosciuto anche al marito che subisce delle lesioni in seguito a un incidente. Il soggetto interessato infatti oltre a subire un pregiudizio derivante dalla diminuita capacità di svolgere la sua attività lavorativa perde anche la possibilità di occuparsi dei lavori di casa e deve esserne indennizzato.
Corte di Cassazione, 18 novembre 2014 n. 24468
La circostanza che nell’immobile dato in comodato sia svolta una attività commerciale non basta per ritenere quel comodato soggetto a un termine implicito, ai sensi dell’art. 1810 c.c., e di conseguenza che il comodante non possa chiedere la restituzione dell’immobile sino a che non cessi l’attività in esso svolta.
Corte di Cassazione, 17 novembre 2014 n. 24401
La servitù di veduta può essere usucapita anche se esercitata attraverso opere poste sul fondo dominante - una finestra ed un lastrico solare - non visibili dal fondo servente ma riconoscibili da una «strada pubblica» posta nelle vicinanze.
Corte di Cassazione, 13 novembre 2014 n. 24201
In materia di illecito aquiliano ai fini della liquidazione del danno non patrimoniale il giudice di merito, procedendo alla necessaria valutazione equitativa di tutte le circostanze del caso concreto, non deve tenere conto della realtà socio-economica nella quale la somma liquidata è destinata ragionevolmente a essere spesa, poiché tale elemento è estraneo al contenuto dell’illecito.
Corte di Cassazione, 4 novembre 2014 n. 23447
Il locatore deve tenere indenne il conduttore dalle molestie di diritto, giacché in caso di molestie di fatto quest'ultimo è legittimato ad agire direttamente contro ilterzo.
Corte di Cassazione, 31 ottobre 2014 n. 23304
Il volume tecnico posto sotto il solaio del piano terra, realizzato al fine di creare un sistema fondazionale a camera d'aria, la cui utilizzazione esclusiva non sia prevista da parte della società costruttrice, poiché, tra l'altro, inaccessibile ed inutilizzabile e, come tale, non computabile, rientra tra le parti comuni dell'edificio condominiale, ex art. 1117 c.c. .
Corte di Cassazione, 31 ottobre 2014 n. 23283
L'accertamento del superamento della soglia della normale tollerabilità di cui all'art. 844 cod. civ., comporta nella liquidazione del danno da immissioni, sussistente in re ipsa, l'esclusione di qualsiasi criterio di contemperamento di interessi contrastanti e di priorità dell'uso, in quanto venendo in considerazione, in tale ipotesi, unicamente l'illiceità del fatto generatore del danno arrecato a terzi, si rientra nello schema dell'azione generale di risarcimento danni di cui all'art. 2043 c.c. e, specificamente, per quanto concerne il danno alla salute, nello schema del danno non patrimoniale risarcibile ai sensi dell'art. 2059 cod. civ..
Corte di Cassazione, 27 ottobre 2014 n. 22737
L’avvocato che impegni il proprio tempo e le proprie competenze professionali, anche in assenza di un conferimento formale dell’incarico, ha diritto al compenso secondoil tariffario forense.
Corte di Cassazione, 23 ottobre 2014 n. 22514
La domanda di risarcimento del danno non patrimoniale è una domanda di carattere onnicomprensivo, non potendosi considerare domanda nuova quella di risarcimento del danno esistenziale quando era stata già proposta domanda di risarcimento del danno non patrimoniale. D'altra parte, in tema di risarcimento dei danni da responsabilità civile, l'unitarietà del diritto al risarcimento e la normale non frazionabilità del giudizio di liquidazione comportano che, quando un soggetto agisca in giudizio per chiedere il risarcimento dei danni a lui cagionati da un dato comportamento del convenuto, la domanda si riferisce a tutte le possibili voci di danno originate da quella condotta. Ne consegue che, laddove nell'atto introduttivo siano indicate specifiche voci di danno, a tale specificazione deve darsi valore meramente esemplificativo dei vari profili di pregiudizio dei quali si intenda ottenere il ristoro, a meno che non si possa ragionevolmente ricavarne la volontà di escludere dal petitum le voci non menzionate.
Corte di Cassazione, 22 ottobre 2014 n. 22330
L'ente proprietario di una strada aperta al pubblico transito, pur non essendo custode dei fondi privati che la fiancheggiano, né avendo alcun obbligo di provvedere alla manutenzione di essi, ha tuttavia l'obbligo di vigilare affinchè dai suddetti fondi non sorgano situazioni di pericolo per gli utenti della strada e, in caso affermativo, attivarsi per rimuoverle o farle rimuovere. Ne consegue che è in colpa, ai sensi del combinato disposto degli artt. 1176, comma 2, e 2043 codice civile, l'ente proprietario della strada pubblica il quale, pur potendo avvedersi con l'ordinaria diligenza d'una situazione di pericolo proveniente da un fondo privato, non la segnali al proprietario di questa, né adotti altri provvedimenti cautelativi, ivi compresa la chiusura della strada alla circolazione”.
Corte di Cassazione, 22 ottobre 2014 n. 22280
L'Inail non deve risarcire il dipendente che scivolando su una matita caduta in terra riporta lesioni permanenti: l'attività lavorativa non ha esposto il dipendente ad un rischio tale da chiamare in causa la copertura assicurativa.
Corte di Cassazione, 20 ottobre 2014 n. 22236
In tema di locazione di immobili adibiti a uso diverso da quello abitativo, ogni pattuizione avente a oggetto non già l’aggiornamento del corrispettivo ai sensi dell’articolo 32 della legge n. 392 del 1978, ma veri e propri aumenti del canone, deve ritenersi nulla ex articolo 79, comma 1, della stessa legge, in quanto diretta ad attribuire al locatore un canone più elevato rispetto a quello legislativamente previsto, senza che il conduttore possa, neanche nel corso del rapporto, e non soltanto in sede di conclusione del contratto, rinunciare al proprio diritto di non corrispondere aumenti non dovuti.
Corte di Cassazione, 20 ottobre 2014 n. 22236
La cessione da parte del locatore del contratto di locazione aziendale, inserita in una complessiva cessione di azienda (o di ramo di azienda), non comporta la scissione del contratto di locazione o di affitto in due sub-rapporti distinti, ciascuno dei quali con un titolare dello status di locatore, bensì il pieno subingresso del cessionario nelle stesse posizioni giuridiche, attive e passive, facenti capo al cedente, purché collegate all’esercizio dell’impresa. Tra di esse, dunque, deve comprendersi anche il debito di restituzione di eventuali non dovute maggiorazioni di canone percepite dal cedente, atteso che la misura del canone di una locazione non abitativa incide direttamente sulla misura concreta della redditività dell’azienda, costituita anche dall’immobile locato. In una tale evenienza il cessionario dell’azienda è tutelato, in ordine alla conoscibilità del debito medesimo e alla sua valenza economica, nel complessivo assetto di interessi alla cui autoregolamentazione si induce pattuendo con il cedente, dalla evidenza della misura del canone corrisposto in passato e dalla sua eccessività rispetto al dovuto o, comunque, dalla sua potenziale non conformità alla normativa imperativa vigente, desumibile dall’analisi dei contratti in corso. La percezione, da parte del locatore pro tempore, di una indebita maggiorazione di canone di immobile aziendale dà luogo - quindi - a un debito immanente allo sviluppo pregresso dell’unitario rapporto locatizio aziendale, il quale non assume carattere personale e si trasferisce al cessionario dell’azienda che, pure se non abbia materialmente percepito le somme relative, ne risponde verso il contraente ceduto.
Corte di Cassazione, 20 ottobre 2014 n. 22234
La rinnovazione tacita del contratto di locazione non può desumersi dal fatto della permanenza del conduttore nella detenzione della cosa locata oltre la scadenza del termine, né dal pagamento e dall’accettazione dei canoni e neppure dal ritardo con il quale sia stata promossa l’azione di rilascio, occorrendo che questi fatti siano qualificati da altri elementi idonei a far ritenere in modo non equivoco la volontà delle parti di mantenere in vita il rapporto locativo con rinuncia tacita, da parte del locatore, agli effetti prodotti dalla scadenza del contratto.
Corte di Cassazione, 20 ottobre 2014 n. 22179
La vasca non può essere di proprietà esclusiva del proprietario de negozio sovrastante, per cui è sicuramente errato ed inconferente il richiamo all'art. 1117 c.c., n. 3, operato dal giudice distrettuale: trova dunque applicazione l'art. 1117 c.c., n. 1, circa la presunzione di cui dominialità del manufatto, atteso che non vi è un titolo che diversamente stabilisca. Ulteriore conseguenza è che i singoli condomini che utilizzano la fogna, ai sensi dell'art. 2051 c.c., devono contribuire alle spese di utilizzazione e manutenzione dell'impianto e sono inoltre tenuti al risarcimento dei danni eventualmente causati dall'impianto fognante in esame sia agli altri condomini che a terzi.
Corte di Cassazione, 20 ottobre 2014 n. 22154
Il risarcimento del danno causato da infortunio in itinere, per regola generale, opera nei limiti del c.d. “rischio elettivo”. Nel caso in cui, infatti, sia lo stesso danneggiato a porsi – più o meno volontariamente – nelle condizioni di poter molto probabilmente riportare danni durante l'orario di lavoro (e nel tempo immediatamente precedente e successivo, tempo necessario a raggiungere il luogo di lavoro) tale risarcimento è escluso. Il giudice è chiamato a valutare la presenza di una serie di requisiti che indichino o meno l'integrarsi di tale rischio elettivo. La sussistenza di un nesso eziologico tra il percorso seguito e l'evento, nel senso che tale percorso costituisca per l'infortunato quello normale per recarsi al lavoro e per tornare alla propria abitazione; la sussistenza di un nesso almeno occasionale tra itinerario seguito e attività lavorativa, nel senso che il primo non sia dal lavoratore percorso per ragioni personali o in orari non collegabili alla seconda; la necessità dell'uso del veicolo privato, adoperato dal lavoratore per il collegamento tra abitazione e luogo di lavoro, considerati i suoi orari di lavoro e quelli dei pubblici servizi di trasporto.
Corte di Cassazione, 16 ottobre 2014 n. 21957
In ordine alle violazioni alle norme del C.d.S. (D.Lgs. n. 285 del 1992), con riferimento alla sanzione pecuniaria inflitta per l'illecito amministrativo di cui al combinato disposto degli artt. 126 bis, comma 2, penultimo periodo e 180, comma 8, del citato C.d.S., il proprietario del veicolo, quale responsabile della circolazione dello stesso nei confronti delle Pubbliche Amministrazioni non meno che dei terzi, deve sempre conoscere l'identità dei soggetti cui ne affida la conduzione.
Corte di Cassazione, 16 ottobre 2014 n. 21956
Nel preliminare non onorato la domanda di aggiornamento del credito restitutorio, come se fosse di valore, esclude il ristoro nella misura della differenza fra rendimento dei titoli di Stato e interessi legali ex art. 1284 cc.. In tal caso d’inadempimento si configurano senz’altro obbligazioni pecuniarie a carico dell’inadempiente. Ma chi chiede rivalutazione e interessi sul suo credito restitutorio esclude in partenza il maggiore danno da svalutazione ex articolo 1224 cc. E la domanda di risarcimento dei danni da occupazione del fondo oggetto del preliminare non onorato che reclama condanna «per ogni anno di occupazione» non può ritenersi limitata al periodo di tempo compreso fra la stipula del contratto e l’introduzione della lite fra le parti.
Corte di Cassazione, 10 ottobre 2014 n. 21417
Con il collegamento negoziale le parti non danno vita a un nuovo e autonomo contratto, ma perseguono un risultato economico unitario e complesso, realizzato attraverso una pluralità coordinata di contratti, i quali conservano una loro causa autonoma, pur essendo ciascuno finalizzato a un unico regolamento dei reciproci interessi. Deriva da quanto precede, pertanto, che il collegamento, pur potendo determinare un vincolo di reciproca dipendenza tra i contratti, non esclude che ciascuno di essi si caratterizzi in funzione di una propria causa e conservi una distinta individualità giuridica. Con l’ulteriore conseguenza, da un lato, che in caso di collegamento funzionale tra più contratti gli stessi restano soggetti alla disciplina propria del rispettivo schema negoziale, mentre la loro interdipendenza produce una regolamentazione unitaria delle vicende relative alla permanenza del vincolo contrattuale, per cui essi simul stabunt, simul cadent. Se, quindi, un contratto è nullo, la nullità si riflette sulla permanenza del vincolo negoziale relativamente agli altri contratti, ma non è vero l’inverso. Se, infatti, un contratto è nullo il collegamento negoziale con altri contratti non nulli non comporta la validità dell’intero complesso dei contratti collegati.
Corte di Cassazione, 9 ottobre 2014 n. 21340
Laddove il funzionario comunale abbia richiesto una determinata prestazione in assenza di regolare contratto è tenuto al pagamento della prestazione ricevuta in favore del Comune.
Corte di Cassazione, 6 ottobre 2014 n. 20985
Costituisce innovazione lesiva del decoro architettonico del fabbricato condominiale, come tale vietata, non solo quella che ne alteri le linee architettoniche, ma anche quella che comunque si rifletta negativamente sull'aspetto armonico di esso, a prescindere dal pregio estetico che possa avere l'edificio e che la relativa valutazione spetta al giudice di merito, ed è insindacabile in sede di legittimità ove non presenti vizi di motivazione.
Corte di Cassazione, 3 ottobre 2014 n. 20966
Nella interpretazione dei contratti e accordi collettivi di diritto comune, seppure il criterio logico sistematico di cui all’articolo 1363 del Cc assume un particolare rilievo - ben più accentuato di quanto accade per i restanti contratti di diritto comune - in ragione delle particolari caratteristiche connotanti la contrattazione collettiva, tuttavia il criterio letterale di cui all’articolo 1362 del Cc costituisce sempre il punto di partenza per una corretta interpretazione di ogni clausola pattizia. Tutte le altre norme di ermeneutica contrattuale sono applicabili solo se si determinano situazioni peculiari (ad esempio laddove vengano usate espressioni generali o indicazioni esemplificative) o quando, applicati i criteri dettati dagli articoli precedenti, le previsioni contrattuali conservano ambiguità non risolte.
Corte di Cassazione, 25 settembre 2014 n. 20190
L'assicurazione è tenuta ad indennizzare il terzo trasportato anche se al conducente era vietato trasportare passeggeri sul sellino posteriore.
Corte di Cassazione, 22 settembre 2014 n. 19865
Nelle locazione commerciali la clausola risolutiva espressa il semplice ritardo nel pagamento del canone legittima lo sfratto.
Corte di Cassazione, 16 settembre 2014 n. 19488
In tema di compravendita immobiliare, l'atto deve essere stipulato, ai sensi dell'art. 1350 c.c., n. 1, in forma scritta richiesta "ad substantiam"; tale esigenza comporta che l'atto scritto suddetto deve essere rappresentato non da un qualsiasi documento da cui risulti la precedente stipulazione, ma da uno scritto che contenga la manifestazione della volontà di concludere il contratto e che sia posto in essere al fine specifico di manifestare tale volontà.
Corte di Cassazione, 11 settembre 2014 n. 19176
L'assicurazione deve provvedere al pagamento delle spese di lite sostenuto per la costituzione in giudizio dell'assicurato se si tratta di un giudizio volto ad accertare la sussistenza o meno del diritto del terzo all'indennizzo.
Corte di Cassazione, 9 settembre 2014 n. 18920
Il contratto di "sale and lease back", la cd. locazione finanziaria di ritorno, è un contratto di impresa socialmente tipico, attraverso il quale un imprenditore vende alla società finanziaria un bene di sua proprietà, che poi quest'ultima gli concederà in leasing, secondo lo schema del costituto possessorio. In tal guisa l'imprenditore, alienando un bene, si procura la liquidità di cui necessita, mantenendo il godimento di un bene evidentemente necessario all'attività svolta e potendone riacquistare la proprietà in seguito all'esercizio del diritto di opzione, la causa concreta del contratto è lo scopo di finanziamento, e risulta lecita, in virtù del divieto del patto commissario, ex art. 2744 cod. civ., purchè sussista un giusto equilibrio fra il valore del bene venduto, il prezzo versato, il canone e il prezzo dell'opzione.
Corte di Cassazione, 3 settembre 2014 n. 18644
In tema di testamento olografo, non vi è una norma che prescriva l'esatta apposizione della data, per cui la stessa può essere inserita in ogni parte della scheda testamentaria e, anzi, se segue la sottoscrizione indica il momento cronologico esatto in cui il testamento è stato definitivamente ultimato e sottoscritto.
Corte di Cassazione, 29 agosto 2014 n. 18450
In difetto di un conferimento di una procura alle liti per la rappresentanza e difesa in giudizio, non insorgendo un rapporto professionale tra patrono e cliente, non è neppure consentito determinare il contenuto economico del compenso professionale, secondo le norme inderogabili di cui alla l. n. 794/1942 in materia di prestazioni giudiziali degli avvocati in sede civile.
Corte di Cassazione, 25 agosto 2014 n. 18164
Tutti i condomini sono obbligati a pagare le spese per la riparazione del lastrico solare anche se questo è ad uso esclusivo di un appartamento.
Corte di Cassazione, 20 luglio 2014 n. 17403
La responsabilità del Ministero della salute per i danni conseguenti ad infezioni da virus HBV, HIV e HCV contratte da soggetti emotrasfusi è però chiaramente di natura extracontrattuale, non configurandosi un contatto sociale tra il Ministero ed i singoli individui sottoposti a trasfusione, ma, a tutto concedere, tra quelli e le singole strutture in cui la trasfusione è operata; nè sono ipotizzabili, al riguardo, figure di reato tali da innalzare i termini di prescrizione (epidemia colposa o lesioni colpose plurime, i cui elementi materiali sono esclusi; e non rilevando ipotesi accusatorie penali non consacrate in condanne definitive e nei confronti di soggetti il cui operato non possa sicuramente ascriversi all'intimato, ove neppure esso risulti coinvolto nel relativi procedimenti penali); ne consegue che il diritto al risarcimento del danno da parte di chi assume di aver contratto tali patologie per fatto doloso o colposo di un terzo è soggetto al termine di prescrizione quinquennale.
Corte di Cassazione, 20 luglio 2014 n. 17095
Incombe sull'Anas l'obbligo di assicurare la sicurezza della circolazione stradale: di conseguenza l'Anas risponde anche del danno arrecato ad una vettura da un masso proveniente da una proprietà privata.
Corte di Cassazione, 28 luglio 2014 n. 17050
Il prestito di somme di denaro al genero rientra nell'ambito degli "aiuti" che non si possono chiedere indietro a meno che non venga provata l'esistenza di un titolo dal quale derivi l'obbligo della restituzione.
Corte di Cassazione, 15 luglio 2014 n. 16133
In caso di trattamento illecito di dati personali, il risarcimento del danno non patrimoniale, previsto dall’art. 15 del d.lgs. 30 giugno 2003, n. 196, non si sottrae ad un accertamento da parte del giudice – da compiersi con riferimento alla concretezza della vicenda sottoposta alla sua cognizione e non sindacabile in sede di legittimità, se congruamente motivato – destinato ad investire i profili della “gravità della lesione” inferta e della “serietà del danno” da essa derivante.
Corte di Cassazione, 11 luglio 2014 n. 15909
Il c.d. danno catastrofale, che è diverso dal danno tanatologico, può essere risarcito a condizione che la vittima, compatibilmente con la situazione del momento, abbia avuto la lucida consapevolezza della fine. Tale consapevolezza - che non è affatto esclusa per la tenera età della vittima - è comunque da escludere a partire dal momento in cui la vittima è entrata in coma, perchè il sicuro stato di incoscienza esclude l'esistenza di una sofferenza giuridicamente rilevante, sicchè correttamente la Corte veneziana ha escluso ogni risarcimento in relazione a quella fase.
Corte di Cassazione, 8 luglio 2014 n. 15824
L’acquirente di merce destinata al consumo alimentare umano, che sia operatore professionale del settore, ha, nei confronti del consumatore finale, un obbligo di sicurezza, che si traduce in un controllo di genuinità, sia pure a campione, del prodotto poi distribuito su scala industriale, non potendo egli fare esclusivo affidamento sull’osservanza del dovere del rivenditore di fornire cose non adulterate né contraffatte.
Corte di Cassazione, 3 luglio 2014 n. 15239
Non ricorrono gli estremi delle lesioni volontarie – con conseguente impossibilità di applicare il termine di prescrizione del diritto al risarcimento del danno ex art. 2947 cod. civ. – nel comportamento del sanitario che sia riconducibile nella categoria degli atti medici o nel quale sia comunque rinvenibile una finalità terapeutica.
Corte di Cassazione, 3 luglio 2014 n. 15224
La previsione di cui all’art. 2 della legge 17 maggio 1991, n. 157, nel costituire manifestazione dei doveri di correttezza e buona fede ben oltre la portata di singole operazioni negoziali, in coerenza con la propria funzione di garantire la correttezza dell’appello al pubblico risparmio, è idonea a fondare la responsabilità di chi abbia sfruttato a proprio vantaggio la disponibilità di notizie riservate per i danni sofferti da tutti coloro che hanno operato sul mercato con riferimento a quei medesimi strumenti finanziari, seppur in posizione indipendente dal soggetto che ha utilizzato l’informazione riservata.
Corte di Cassazione, 3 luglio 2014 n. 15223
Ricorre un’ipotesi di “espropriazione larvata” in caso di immissioni – nella specie, acustiche – derivanti dall’esecuzione di un’opera pubblica (nella specie, consistita nell’ampliamento di un aeroporto), sicché il danno da irreversibile diminuzione nel godimento dell’immobile deve essere indennizzato in applicazione dell’art. 46 della legge 25 giugno 1865, n. 2359 e non dell’art. 844 cod. civ., che rileva solo ai fini dell’apprezzamento dell’intollerabilità dell’immissione.
Corte di Cassazione, 24 giugno 2014 n. 14326
Integra duplice illecito amministrativo - per omessa informativa sul trattamento del dato personale e per non assentita comunicazione automatizzata - la condotta dell’impresa che invii un fax promozionale ad un numero estratto dalle "Pagine gialle", senza aver previamente informato il titolare e senza averne acquisito il consenso.
Corte di Cassazione, 18 giugno 2014 n. 13882
Nell'esecuzione di un contratto di appalto, la presa in consegna dell'opera da parte del committente non può essere equiparata ad un accettazione senza riserve e, pertanto, da essa non può desumersi la rinunzia all'azione legale per i difetti dell'opera. Il difetto di costruzione che, a norma dell’art. 1669 c.c., legittima il committente all’azione di responsabilità extracontrattuale nei confronti dell’appaltatore, come del progettista, può consistere in una qualsiasi alterazione, conseguente ad un’insoddisfacente realizzazione dell’opera, che, pur non riguardando parti essenziali della stessa (e perciò non determinandone la rovina o il pericolo di rovina), bensì quegli elementi accessori o secondari che ne consentono l’impiego duraturo cui è destinata, incida negativamente e in modo considerevole sul godimento dell’immobile medesimo.
Corte di Cassazione, 16 giugno 2014 n. 13654
Il convivente more uxorio ha diritto al risarcimento del danno morale e patrimoniale in seguito all'uccisione del proprio partner, anche in presenza di un rapporto di breve durata ma caratterizzato da serietà e stabilità.
Corte di Cassazione, 13 giugno 2014 n. 13537
E’ risarcibile il danno non patrimoniale per la paura di dover morire, provata da chi abbia patito lesioni personali, soltanto se la vittima sia stata in grado di comprendere che la propria fine era imminente.
Corte di Cassazione, 11 giugno 2014 n. 13222
L'invalidità della cessione di uno solo dei beni ceduti determina soltanto la nullità parziale del negozio ex art. 1419 cod. civ., a meno che non sia provato che le parti non avrebbero concluso il contratto senza il trasferimento invalido, non potendo desumersi l'invalidità del contratto neanche dalla quantificazione unitaria del corrispettivo, da ritenersi comunque determinata o determinabile anche all'esito della complessiva entità del trasferimento immobiliare.
Corte di Cassazione, 30 maggio 2014 n. 12291
Sono idonee ad integrare i gravi motivi legittimanti il recesso del conduttore dal contratto di locazione le molestie di fatto arrecate da terzi, quale, nella specie, il continuo abbaiare di un cane, causa di disturbo alla quiete ed al riposo notturno lesivo per la salute.
Corte di Cassazione, 30 maggio 2014 n. 12264
E onere della parte attrice allegare e dimostrare che, se fosse stata informata delle malformazioni del concepito, avrebbe interrotto la gravidanza, poiché tale prova non può essere desunta dal solo fatto della richiesta di sottoporsi a esami volti ad accertare l'esistenza di eventuali anomalie del feto, mentre non incombe, invece, sul medico l'onere di provare che, in presenza di una tempestiva informazione, la gestante non avrebbe potuto o voluto abortire.
Corte di Cassazione, 26 maggio 2014 n. 11698
La mera consapevolezza da parte di un soggetto di esporsi volontariamente ad un rischio, nella specie partecipando come passeggero a gare automobilistiche clandestine, integra un concorso di colpa del danneggiato ai sensi dell’art. 1227, primo comma, cod. civ., riducendo proporzionalmente la responsabilità del danneggiante.
Corte di Cassazione, 23 maggio 2014 n. 11522
Il medico è responsabile nel ritardo della diagnosi di un tumore: i parenti del paziente, nel frattempo deceduto, hanno diritto al risarcimento del danno biologico iure hereditatis, per avere il de cuius potuto giovare di un intervento che seppure non risolutivo sarebbe stato palliativo del dolore.
Corte di Cassazione, 22 maggio 2014 n. 11487
I danni morali e patrimoniali vanno risarciti alla convivente del de cuis in caso di morte sul lavoro dovuta alla responsabilità del datore.
Corte di Cassazione, 21 maggio 2014 n. 10758
Il titolare di una servitù di passaggio non può ostacolare i proprietari del fondo nella creazione di un muro di sostegno. Tale comportamento integra un esercizio arbitrario delle proprie ragioni.
Corte di Cassazione, 19 maggio 2014 n. 10968
Il condomino che delimita con delle fioriere una parte comune dell'edificio dove vi fa passare i tubi del proprio impianto di aria condizionata non fa un uso esclusivo della cosa comune se gli altri condomini possono comunque esercitare il possesso del tetto.
Corte di Cassazione, 14 maggio 2014 n. 10524
Il danno non patrimoniale, risarcibile a determinate condizioni e presupposti, pur sottostando al principio della non duplicazione, è scindibile in diverse voci di danno, ognuna dotata di propria autonomia.
Corte di Cassazione, 14 maggio 2014 n. 10397
È valido il contratto atipico mediante il quale un operatore economico, che svolga professionalmente tale attività, dopo aver raccolto informazioni vantaggiose per qualcuno circa lasciti ereditari, donazioni o premi, offra di rivelarne gli estremi all’ignaro beneficiario dietro promessa di un compenso.
Corte di Cassazione, 13 maggio 2014 n. 1038
Non può impugnare la delibera assembleare per vizi relativi alla convocazione dell'assemblea il condomino che convocato vi ha partecipato esprimendo il proprio parere.
Corte di Cassazione, 12 maggio 2014 n. 10252
La responsabilità del direttore del giornale per i danni conseguenti alla diffamazione a mezzo stampa sussiste in ipotesi di omesso controllo, sia preventivo che ex post sui contenuti degli articoli da pubblicare, tale da impedire la commissione di fatti lesivi dell’altrui reputazione.
Corte di Cassazione, 8 maggio 2014 n. 9930
Le prescrizioni presuntive operano anche in favore di un soggetto obbligato alla tenuta delle scritture contabili, non interferendo tale disciplina con quella attinente ai requisiti di forma dei contratti.
Corte di Cassazione, 6 febbraio 2014 n. 2716
Il danneggiato deve essere risarcito dal fondo vittime della strada anche se omette di denunciare il sinistro alla polizia.
Corte di Cassazione, 5 febbraio 2014 n. 2619
Incombe sull'affittuario dimostrare che i danni riscontrati dal proprietario dell'appartamento non sono imputabili a lui. Infatti, in assenza di prova contraria, si presume il «buono stato» dell'immobile.
Corte di Cassazione, 4 febbraio 2014 n. 2413
L'alunno che si infortuna in gita scolastica ha diritto al risarcimento del danno biologico e morale perchè vengono in rilievo pregiudizi diversi.
Corte di Cassazione, 30 gennaio 2014 n. 2076
La ricevitoria è tenuta a pagare la schedina a chi di fatto esibisce il titolo anche se un terzo sostiene di aver subito la sottrazione del cedolino vincente.
Corte di Cassazione, 27 gennaio 2014 n. 1636
Delle obbligazioni verso terzi, assunte da una società consorziata nell’esecuzione dell’appalto ad essa assegnato dalla società consortile (nella specie, società cooperativa consortile ammessa ai pubblici appalti), non risponde quest’ultima con il suo patrimonio, non configurandosi alcun rapporto di immedesimazione organica fra essa e la società consorziata conseguente alla delega conferita per l’assegnazione dei lavori, in quanto ciò non trova riscontro nella disciplina generale dei consorzi dettata dal codice civile, né in quella di settore riguardante i consorzi di cooperative e la loro partecipazione alle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici.
Corte di Cassazione, 27 gennaio 2014 n. 1608
Deve essere risarcito il danno morale ed esistenziale per la violazione del diritto alla riservatezza anche se i protagonisti del servizio giornalistico pur non citati esplicitamente sono comunque riconoscibili.
Corte di Cassazione, 23 gennaio 2014 n. 1439
In mancanza di tabelle millesimali, la delibera assembleare adottata in via provvisoria per la ripartizione delle spese condominiali va considerata annullabile e deve dunque essere impugnata entro 30 giorni.
Corte di Cassazione, 16 gennaio 2014 n. 821
L'amministratore revocato può ben conferire all'avvocato la procura per difendere il condominio nelle more del passaggio di consegne con il successore chi gestisce l'ente collettivo in prorogatio può esercitare anche i poteri processuali fino all'avvenuta sostituzione.
Corte di Cassazione, 16 gennaio 2014 n. 820
Per il generale divieto di autotutela nei rapporti privati, è nulla la clausola del regolamento di condominio che, superando l’eccezionale autorizzazione di cui all’art. 70 disp. att. cod. civ., preveda, per le infrazioni dei condomini (nella specie, parcheggio irregolare in area comune), sanzioni diverse da quella pecuniaria (nella specie, rimozione dell’autovettura).
Corte di Cassazione, 16 gennaio 2014 n. 809
Dalla co-intestazione del conto corrente tra marito e moglie non può desumersi l’animus donandi delle somme versate nel tempo da un solo coniuge, essendo vietata dall’ordinamento la donazione di beni futuri. Mentre, la presunzione della divisione a metà delle somme presenti al momento della costituzione del conto stesso può essere superata attraverso presunzioni semplici
Corte di Cassazione, 15 gennaio 2014 n. 687
Alla stregua del diritto vivente segnato dall'arresto delle Sezioni Unite civili del 2008, la liquidazione del danno non patrimoniale deve essere complessiva, e cioè tale da coprire l'intero pregiudizio a prescindere dai nomina iuris dei vari tipi di danno, i quali non possono essere invocati singolarmente per un aumento dell'anzidetta liquidazione. Il carattere unitario della liquidazione del danno non patrimoniale ex art. 2059 cod. civ. preclude la possibilità di un separato ed autonomo risarcimento di specifiche fattispecie di sofferenza patite dalla persona (danno alla vita di relazione, danno estetico, danno esistenziale, ecc.) che costituirebbero vere e proprie duplicazioni risarcitorie.
Corte di Cassazione, 14 gennaio 2014 n. 485
La contumacia della parte non preclude il riconoscimento del diritto all’equa riparazione per irragionevole durata del processo.
Corte di Cassazione, 13 gennaio 2014 n. 466
Deve considerarsi legittima la costruzione di una piccola veranda da parte del proprietario dell’ultimo piano se non reca pregiudizi estetici all’edificio e non compromette in termini di ariosità e luminosità le abitazioni dei piani sottostanti.
RESPONSABILITA’ CIVILE, DANNI E RISARCIMENTI
Corte di Cassazione, 28 novembre 2013n. 26637
Il risarcimento del danno dovuto per il ritardo della consegna di un immobile oggetto di compravendita si può determinare facendo riferimento al valore locativo del bene ossia a quelle somme che si sarebbero potute ricavare stipulando un contratto di locazione.
Corte di Cassazione, 19 novembre 2013 n. 25894
Nel parcheggio di scambio in prossimità della stazione metropolitana la società che gestisce l’area non risponde del furto dell’auto se il cartello che esclude l’ obbligo di custodia è ben visibile ed è all’esterno, di modo che possa essere conosciuto prima della conclusione del contratto stesso.
Corte di Cassazione, 12 novembre 2013 n. 25415
Lo status di separato del danneggiato secondario, da fatto illecito del terzo, conforma lo stesso diritto al risarcimento, nella sua componente patrimoniale e non, e, quindi, rispetto al pretium doloris, alla lesione del rapporto parentale, al pregiudizio subito per effetto del venir meno di prestazioni patrimoniali del coniuge erogabili in vita dal congiunto in relazione ai bisogni della famiglia e della prole.
Corte di Cassazione, 12 novembre 2013 n. 25410
L’agenzia di viaggio è tenuta a risarcire la coppia in viaggio di nozze nel caso in cui la moglie considerata ancora cittadina extracomunitaria una volta scesa a destinazione non abbia il visto e quindi non possa soggiornare nel luogo scelto per la luna di miele.
Corte di Cassazione, 4 novembre 2013 n. 24718
Se a seguito di un sinistro stradale il valore della riparazione supera quello del veicolo, non spetta il risarcimento in forma specifica bensì quello per equivalente.
Corte di Cassazione, 16 ottobre 2013 n. 23409
La promessa non mantenuta fatta dal segretario regionale di un partito di candidare un iscritto alle prossime elezioni non dà diritto al risarcimento danni per le spese sostenute dall’aspirante politico. Il rapporto dedotto in giudizio non ha contenuto patrimoniale, quindi non costituisce fonte di obbligazioni ed è sostanzialmente incoercibile sul piano giuridico. Non ogni aspettativa disattesa dà luogo a diritti risarcitori, bensì solo le promesse che siano oggettivamente idonee - per le modalità con cui sono formulate, per i soggetti da cui provengono e per ogni altra circostanza rilevante - a giustificare il legittimo affidamento del promissario ed il fatto che egli si sia indotto ad affrontare peculiari oneri e spese in vista del loro adempimento.
Corte di Cassazione, 4 ottobre 2013 n. 22752
In ipotesi di danno, cagionato dall'alunno a sé medesimo (autolesioni), l'accoglimento della domanda di iscrizione, con la conseguente ammissione dell'allievo a scuola determina l'instaurazione di un vincolo negoziale dal quale sorge a carico della scuola l'obbligazione di vigilare sulla sicurezza e l'incolumità dell'allievo per il tempo in cui questi fruisce della prestazione scolastica, in tutte le sue espressioni.
OBBLIGAZIONI E CONTRATTI
Corte di Cassazione, 6 dicembre 2013 n. 27404
Le norme che dispongono l’informazione dei consumatori e l’etichettatura dei prodotti commercializzati di qualsiasi categoria, di cui alla legge 10 aprile 1991, n. 126 e al d.m. 8 febbraio 1997, n. 101, non impongono al venditore di consegnare anche la “scheda-prodotto”, obbligo introdotto soltanto per gli oggetti in legno con la circolare del Ministero delle attività produttive del 3 agosto 2004, n. 1.
Corte di Cassazione, 4 novembre 2013 n. 24674
In tema di annullabilità del contratto concluso dal rappresentante con se stesso l'autorizzazione data dal rappresentato al rappresentante a concludere il contratto con se stesso in tanto può considerarsi idonea ad escludere la possibilità di un conflitto di interessi e quindi l'annullabilità del contratto, in quanto sia accompagnata dalla puntuale determinazione degli elementi negoziali sufficienti ad assicurare la tutela del rappresentato.
Corte di Cassazione, 21 ottobre 2013 n. 23873
La regola posta dall'art. 1337 c.c., non si riferisce alla sola ipotesi della rottura ingiustificata delle trattative ma ha valore di clausola generale, il cui contenuto non può essere predeterminato in modo preciso ed implica il dovere di trattare in modo leale, astenendosi da comportamenti maliziosi o reticenti e fornendo alla controparte ogni dato rilevante, conosciuto o conoscibile con l'ordinaria diligenza, ai fini della stipulazione del contratto. Ne consegue che la violazione dell'obbligo di comportarsi secondo buona fede nello svolgimento delle trattative e nella formazione del contratto assume rilievo non solo in caso di rottura ingiustificata delle trattative e, quindi, di mancata conclusione del contratto o di conclusione di un contratto invalido o inefficace, ma anche nel caso in cui il contratto concluso sia valido e, tuttavia, risulti pregiudizievole per la parte vittima dell'altrui comportamento scorretto.
Corte di Cassazione, 17 ottobre 2013 n. 23591
Il contratto preliminare avente ad oggetto la vendita di un immobile irregolare dal punto di vista urbanistico è da considerare nullo per contrarietà alla legge, trattandosi di questione che non può trovare rimedio nella disciplina dell’inadempimento.
Corte di Cassazione, 10 ottobre 2013 n. 23077
In materia di emissione di assegni il cliente è l’unico a rispondere degli ordini da lui stesso impartiti alla banca e quindi deve accettare l’eventuale protesto seguito all’ordine di non pagare dopo aver emesso il titolo: il traente che, dopo aver emesso il titolo, ordini alla banca di non pagare si assume il rischio del protesto e, in caso di revoca della provvista o estinzione anticipata del conto della sanzione amministrativa ex art. 2 legge n. 386 del 1990 (Cass. 29841 del 2011), non potendo tale condotta essere giustificata neanche dall’intento di prevenire il rischio dell’inadempimento altrui. Deve, pertanto, condividersi, l’assunto del ricorrente secondo il quale il cliente nella specie è l’unico a rispondere degli ordini da lui stesso impartiti alla banca non potendosi dolere del protesto eziologicamente determinato dagli ordini medesimi.
Corte di Cassazione, 10 ottobre 2013 n. 23035
Pur dovendosi qualificare come detenzione la relazione del promissario acquirente con la cosa, alla fattispecie va applicata la disciplina di cui all'art. 1148 cod. civ., relativa all'obbligo del possessore in buona fede di restituire, sin dal momento della domanda giudiziale, i frutti del fondo detenuto senza valido titolo.
Corte di Cassazione, 3 ottobre 2013 n. 22601
Ben può il diritto (o la ragione) di credito al risarcimento del danno non patrimoniale costituire oggetto di cessione, a titolo oneroso o gratuito, ai sensi e nei limiti dell'art. 1260 c.c.
COMUNIONE, CONDOMINIO E LOCAZIONI
Corte di Cassazione, 3 ottobre 2013 n. 22634
La delibera condominiale con la quale si addebitano ai condomini spese non pertinenti è nulla e quindi sottratta ai termini per l’impugnazione.
LA PROPRIETA’ E I DIRITTI REALI
Corte di Cassazione, 14 novembre 2013 n. 25594
Il decreto di espropriazione non comporta, di per sé, la perdita dell’animus possidendi sul bene da parte del precedente proprietario, il quale, pertanto, potrà legittimamente invocare il compimento in suo favore dell’usucapione, qualora l’espropriante non abbia poi proceduto all’immissione in possesso, né attuato il previsto intervento urbanistico.
SUCCESSIONI E DONAZIONI
Corte di Cassazione, 6 novembre 2013 n. 24882
In presenza di aiuto e di guida della mano del testatore da parte di una terza persona, per la redazione di un testamento olografo, tale intervento del terzo di per sé esclude il requisito dell'olografia di detto testamento, a nulla rilevando l'eventuale corrispondenza del contenuto della scheda alla volontà del testatore.
Corte di Cassazione, 1 ottobre 2013 n. 22420
In tema di nullità del testamento olografo, il requisito della sottoscrizione, previsto dall'art. 602 cod. civ., distintamente dall'autografia delle disposizioni in esso contenute, ha la finalità di soddisfare l'imprescindibile esigenza di avere l'assoluta certezza non solo della loro riferibilità al testatore, già assicurata dall'olografia, ma anche dell'inequivocabile paternità e responsabilità del medesimo che, dopo avere redatto il testamento abbia disposto il suo patrimonio senza alcun ripensamento.
Corte di Cassazione, 18 settembre 2013 n. 21395
Apre un varco nel muro condominiale: se non c’è il consenso di tutti i condomini va chiuso per evitare la costituzione di servitù
In tema di condominio negli edifici, costituisce un uso illegittimo della cosa comune, ai sensi degli artt. 1102 e 1120 c.c., l’apertura di un varco sul muro condominiale verso un altro edificio anche se per mettere in comunicazione due unità immobiliari appartenenti alla medesima persona, in quanto tale condotta comporta la possibilità di costituzione di una servitù di passaggio gravante sul condominio.
Corte di Cassazione, 12 settembre 2013 n. 20895
Tombino fatale per una donna: risarcimento ad personam per il marito e i tredici figli. Ognuno va valutato come persona danneggiata
Nessun dubbio sulla dinamica del tragico episodio, e, quindi, sulla responsabilità del Comune quale ente proprietario della strada. A pagare è l’ente pubblico, con rivalsa sulla compagnia assicurativa. Chiarezza sull’applicazione del limite del massimale: esso va riferito singolarmente ogni congiunto della donna.
Corte di Cassazione, 11 settembre 2013 n. 20850
I fondi sono in dislivello tra loro: la distanza va comunque rispettata
In tema di distanze nelle costruzioni, l’art. 873 c.c. trova applicazione anche quando i due fondi si trovano in dislivello tra loro poiché scopo della norma è quello di evitare che si creino in ogni caso intercapedini dannose. In questo contesto deve considerarsi illegittima la costruzione di un autorimessa in violazione della normativa sulle distanze anche se il tetto del manufatto è del tipo a falda e quindi non esattamente allineato con la costruzione finitima.
Corte di Cassazione, 11 settembre 2013 n. 20841
Ha diritto ad una quota maggiore il comproprietario che paga, al momento della divisione, le obbligazioni della comunione
L'art. 1115, comma 3, c.c. riconosce il diritto del comproprietario che abbia pagato i debiti della cosa comune senza ottenerne il rimborso, di vedere, al momento della divisione, accresciuta proporzionalmente la quota di sua spettanza.
Corte di Cassazione, 9 settembre 2013 n. 20652
Caldaia danneggiata e sostituita: le spese sostenute da uno dei proprietari sono rimborsabili
Il comproprietario che sostiene spese necessarie alla conservazione della cosa comune ha diritto al rimborso, a condizione di aver precedentemente interpellato gli altri comproprietari.
Corte di Cassazione, 9 settembre 2013 n. 20644
Sono gravi difetti tutte le alterazioni che incidono su struttura, funzionalità e godimento dell’opera, anche se riguardano solo una parte di essa
Purché incidano in maniera rilevante sulla funzionalità della parte stessa, sono considerati come gravi difetti di costruzione sia quelli che incidono sulla struttura e sulla funzionalità dell’opera, sia quelli che non consentono il normale godimento della cosa o impediscono che questa fornisca l’utilità cui è destinata.
Corte di Cassazione, 2 settembre 2013 n. 20055
Il pavimento del negozio è bagnato, non ha colpe la donna all’ottavo mese non accompagnata
Il pavimento del negozio è bagnato e manca del tutto la segnalazione del pericolo: il fatto che la donna, incinta all’ottavo mese, non si sostenga ad altre persone, non interrompe il nesso eziologico tra la causa del danno e il danno stesso.
Corte di Cassazione, 30 agosto 2013 n. 20001
Scivola sul pavimento dell’ospedale. Causa: macchia di gelato, e il responsabile?
La responsabilità per le cose in custodia, ai sensi dell’art. 2051 c.c., ha natura oggettiva e necessita che il danneggiato adempia solo l’onere di provare il nesso causale tra cosa e evento, ossia dimostri che l’evento si è prodotto come conseguenza normale della particolare condizione, potenzialmente lesiva, posseduta dalla cosa.
SUCCESSIONI E DONAZIONI
Corte di Cassazione, 27 febbraio 2013 n. 4847
Nella successione legittima spettano al coniuge del de cuius i diritti di abitazione sulla casa adibita a residenza familiare e di uso sui mobili che la corredano, previsti dall’art. 540, secondo comma, cod. civ.; il valore capitale di tali diritti deve essere stralciato dall’asse ereditario, onde procedere poi alla divisione di quest’ultimo tra tutti i coeredi alla stregua delle norme sulla successione legittima e non tenendosi conto dell’attribuzione dei suddetti diritti, secondo un meccanismo assimilabile al prelegato.
PROPRIETA’ E DIRITTI REALI
Corte di Cassazione, 14 gennaio 2013 n. 705
La realizzazione di un’opera pubblica su di un fondo oggetto di legittima occupazione in via di urgenza, non seguita dal perfezionamento della procedura espropriativa, costituisce un mero fatto, non in grado di assurgere a titolo dell’acquisto, ed è, come tale, inidonea, da sé sola, a determinare il trasferimento della proprietà in favore della P.A.
Corte di Cassazione, n. 93/2013
Qualora sul confine dei fondi risulti eretto un muro divisorio, quand’anche le piante di alloro fossero da considerarsi quali alberi di alto fusto, esse potrebbero comunque essere mantenute anche a distanza inferiore a quella legale, purché la loro altezza non superi quella del muro.
Corte di Cassazione, 3 gennaio 2013 n. 72
Ai fini dell'osservanza delle norme in materia di distanze legali stabilite dall'art. 873 c.c. e seguenti e delle norme dei regolamenti integrativi della disciplina codicistica, deve ritenersi 'costruzione' qualsiasi opera non completamente interrata, avente i caratteri della solidità, stabilità ed immobilizzazione rispetto al suolo, anche mediante appoggio o incorporazione o collegamento fisso ad un corpo di fabbrica contestualmente realizzato o preesistente e ciò indipendentemente dal livello di posa ed elevazione dell'opera stessa, dai suoi caratteri e dalla sua destinazione.
Conseguentemente gli accessori e le pertinenze che abbiano dimensioni consistenti e siano stabilmente incorporati al resto dell'immobile, così da ampliarne la superficie o la funzionalità economica, sono soggette al rispetto della normativa sulle distanze.
COMUNIONE, CONDOMINIO E LOCAZIONI
Corte di Cassazione, 5 febbraio 2013 n. 2668
Il regolamento condominiale costituisce la fonte primaria di diritti e obblighi posti a carico dei singoli condomini. L'articolo 1138 del codice civile, di recente modificato con la riforma del condominio, prescrive il dovere per i condomini di dotarsi di un regolamento se il numero degli stessi è superiore a dieci. La forma scritta è requisito fondamentale per l'adozione del regolamento di condominio poiché l'adesione del condomino consiste in una vera e propria limitazione all'esercizio del proprio diritto di proprietà a favore della gestione del bene comune: di conseguenza questa sua approvazione deve risultare in modo chiaro e inequivocabile e non per fatti concludenti.
Corte di Cassazione, 4 febbraio 2013 n. 2500
Il condomino che compie una sopraelevazione non può sostituire al tetto un terrazzo da destinare a uso esclusivo perché sottrae un bene comune all’uso stabilito. La sopraelevazione è ravvisabile solo in presenza di un intervento edificatorio che comporti lo spostamento in alto della copertura del fabbricato, del tetto o del lastrico solare, in modo da interessare la colonna d’aria sovrastante lo stabile.Nell’ipotesi di sopraelevazione, quindi, si sostituisce il diritto dei condomini sulla superficie terminale del fabbricato su un identico bene posto a una quota superiore.
Corte di Cassazione, 1 febbraio 2013 n. 1748
Legittimamente le norme di un regolamento di condominio aventi natura contrattuale, in quanto predisposte dall’unico originario proprietario dell’edificio ed accettate con i singoli atti di acquisto dai condomini ovvero adottate in sede assembleare con il consenso unanime di tutti i condomini possono derogare od integrare la disciplina legale ed in particolare possono dare del concetto di decoro architettonico una definizione piu' rigorosa di quella accolta dall’art. 1120 cod. civ., estendendo il divieto di immutazione sino ad imporre la conservazione degli elementi attinenti alla simmetria, all’estetica, all’aspetto generale dell’edificio, quali esistenti nel momento della sua costruzione od in quello della manifestazione negoziale successiva.
Corte di Cassazione, 16 gennaio 2013 n. 945
L'assemblea condominiale ha il potere di decidere a maggioranza di modificare, sostituire o addirittura sopprimere un servizio comune anche se questo è stato istituito e disciplinato dal regolamento a patto che ciò non vada ad incidere sui diritti dei singoli condomini.
Costituisce innovazione ex art. 1120 Cc, non qualsiasi modificazione della cosa comune, ma solamente quella che alteri l'entità materiale del bene operandone la trasformazione, ovvero determini la trasformazione della sua destinazione, nel senso che detto bene presenti, a seguito delle opere eseguite una diversa consistenza materiale ovvero sia utilizzato per fini diversi da quelli precedenti l'esecuzione della opere. Ove invece, la modificazione della cosa comune non assuma tale rilievo, ma risponda allo scopo di un uso del bene più intenso e proficuo, si versa nell'ambito dell'art. 1102 Cc, che pur dettato in materia di comunione in generale, è applicabile in materia di condominio degli edifici per il richiamo contenuto nell'art. 1139 Cc.; perché possa attuarsi l'innovazione è necessaria l'esecuzione di opere che, incidendo sull'essenza della cosa comune, ne alterino l'originaria funzione e destinazione. Le innovazioni designano le nuove opere, le modificazioni, materiali o funzionali, dirette al miglioramento, all'uso più comodo o al maggior rendimento delle parti comuni nell'interesse di tutti i condomini, che possono essere deliberate dall'assemblea con la maggioranza qualificata, dall'altro, che il giudizio sulla liceità di una delibera dipende dal suo contenuto precettivo e, talora, si giustifica alla stregua degli effetti, in considerazione della sua incidenza sui poteri e sulle facoltà inerenti ai diritti dei condomini.
OBBLIGAZIONI E CONTRATTI
Corte di Cassazione, n. 1373/2013
Vi è aliud pro alio se il bene è incommerciabile od assolutamente privo delle caratteristiche funzionali necessarie a soddisfare i bisogni dell’acquirente o abbia difetti che lo rendano inservibile o non è idoneo ad assolvere alla funzione naturale od a quella assunta come essenziale dalle parti.
Corte di Cassazione, 13 gennaio 2013 n. 409
Non è sufficiente l'inadempimento ma occorre anche la verifica circa la non scarsa importanza ai sensi dell'art. 1455 c.c., dovendo il giudice tenere conto della effettiva incidenza dell'inadempimento sul sinallagma contrattuale e verificare se, in considerazione della mancata o ritardata esecuzione della prestazione, sia da escludere per la controparte l'utilità del contratto alla stregua dell'economia complessiva dello stesso.
RESPONSABILITA’ CIVILE, DANNI E RISARCIMENTI
Corte di Cassazione, n. 4479/2013
La fonte del pericolo deve essere eliminata solo se è inevitabile anche usando la normale diligenza: la PA ha l’obbligo di eliminare la fonte di pericolo su una pubblica via o di apprestare adeguate protezioni e segnalazioni quando tale pericolo non sia percepibile con la normale diligenza.
Corte di Cassazione, n. 2638/2013
La responsabilità professionale dell'avvocato non sussiste per il semplice fatto che non vi è stato un adempimento corretto dell'attività professionale: la parte che intende essere risarcita deve inoltre dimostrare che vi è stato un danno effettivo e che, nel caso in cui il suo legale avesse tenuto una condotta corretta, avrebbe ottenuto il riconoscimento delle sue ragioni. In mancanza di queste prove non si può affermare la sussistenza del nesso di causalità tra la condotta dell'avvocato e di risultato del giudizio.
Corte di Cassazione, 27 gennaio 2013 n. 2094
L’ente proprietario della strada è esentato dalla responsabilità per gli infortuni occorsi lungo di essa quando la situazione che provoca il danno si manifesta non come conseguenza di un precedente difetto di diligenza nella sorveglianza e nella manutenzione della strada ma in maniera improvvisa, atteso che solo siffatta evenienza – al pari di una eventuale colpa esclusiva del danneggiato in ordine al verificarsi del fatto – integra il caso fortuito. Dunque, agli enti proprietari delle strade si applica la responsabilità ex articolo 2051 cc.; danno cagionato da cosa in custodia, con riferimento alle situazioni di pericolo immanentemente connesse alla struttura o alle pertinenze della strada, essendo peraltro configurabile il caso fortuito in relazione a quelle provocate dagli stessi utenti, ovvero da un repentina e non specificamente prevedibile alterazione dello stato della cosa che, nonostante l’attività di controllo e la diligenza impiegata allo scopo di garantire un intervento tempestivo, non possa essere rimossa o segnalata, per difetto del tempo strettamente necessario a provvedere”.
Corte di Cassazione, 16 gennaio 2013 n. 903
Ove il notaio rogante dichiari libero un bene che risulta, invece, gravato da ipoteca, il risarcimento del danno conseguente può essere disposto anche in forma specifica, mediante condanna del notaio alla cancellazione della formalità non rilevata, a condizione, tuttavia, che vi sia la possibilità di ottenere, a tal fine, il consenso del creditore
procedente e che il relativo incombente non sia eccessivamente gravoso, sia per la natura dell'attività occorrente, che per la congruità, rispetto al danno, della somma da pagare.
Corte di Cassazione, n. 1025/2013
Il risarcimento del danno non patrimoniale sotto il profilo del pregiudizio morale può essere accordato ad un coniuge per la morte dell'altro anche se vi sia tra le parti uno stato di separazione personale, purché si accerti che l'altrui fatto illecito abbia provocato nel coniuge superstite quel dolore e quelle sofferenze morali che solitamente si accompagnano alla morte di una persona più o meno cara. È necessario dimostrare che, nonostante la separazione, sussista ancora un vincolo affettivo particolarmente intenso, con la conseguenza che l'evento morte ha determinato un pregiudizio in capo al superstite.
Corte di Cassazione, n. 373/2013
La clausola che esclude la garanzia assicurativa nel caso in cui il conducente non sia munito di valida patente non opera nei confronti dei danneggiati, ma solo nei confronti dell’assicurato.
Corte di Cassazione, 4 gennaio 2013 n. 134
Quando nella liquidazione del danno biologico manchino criteri stabiliti dalla legge, il criterio di liquidazione cui i giudici di merito devono attenersi, al fine di garantire l'uniformità di trattamento, è quello predisposto dal Tribunale di Milano, in quanto ampiamente diffuso sul territorio nazionale, salvo circostanze in concreto idonee a giustificarne l'abbandono.
Corte di Cassazione, 4 gennaio 2013 n. 130
I casi di responsabilità civile del professionista sono qualificati come tali attraverso l'analisi del fatto storico effettuata utilizzando criteri più stringenti rispetto a quelli normalmente usati per la valutazione della responsabilità civile del c.d. "uomo medio": la legge presume che il professionista detenga una conoscenza della materia adeguata, e nel caso in cui egli agisca con negligenza, imprudenza ed imperizia generando conseguentemente un danno economico in capo al cliente è tenuto di conseguenza al risarcimento del danno.Tale disciplina è integrata dall'articolo 2236 del codice civile che introduce un'attenuante per il professionista, il quale è chiamato a rispondere dei danni cagionati al proprio cliente soltanto in caso di dolo o colpa grave nell'unica eventualità che "la prestazione implica la soluzione di problemi tecnici di particolare difficoltà.
|